1978 significa Collettivo Autonomo Viola. 1978 significa un’epoca in cui i valori dell’essere ultras rappresentavano una sfida ed una volontà decisa di essere contro, di essere un passo avanti a tutti, di anteporre la fede ai propri interessi e vivere sette giorni su sette da guerrieri. 1978 significa aver coniato un nome che è solo il nostro, che non teme imitazioni e che combatte contro tutto e tutti per la gloria di un amore che non conoscerà mai sconfitte. La fede nella Grande Fiorentina, la passione per Firenze la “miglior città” del mondo.1978 significa ritornare a quelle foto sbiadite, in bianco e nero, popolate di ultras in mimetica e basco viola, fumoni a barattolo e sciarponi di lana grezza. 1978 significa andare in corteo a Bologna o a San Siro senza scorta, sfilando per le vie del centro assiepati dietro a quel telo di stoffa viola con l’effigie dell’Indiano come unico vanto e gloria. 1978 significa il Pompa che va a riprendersi da solo lo striscione in mezzo alla Fossa dei Leoni del Milan. 1978 significa la pioggia di coriandoli e di cartate che sommergevano i gradoni sotto la collina in un tripudio di bandieroni viola. 1978 significa il primo bandierone copricurva del mondo, significa dedicare la propria curva ed un’intera coreografia al Capitano, Antonio, l’immortale, l’unico numero dieci. 1978 significa trascorrere mesi come topi d’archivio, studiare cartoline e fotografie, riprodurre in scala i nostri monumenti e disegnarli con ventimila cartoncini lasciando il mondo intero a bocca aperta ad ammirarci. 1978 vuol dire diecimila cuori che palpitano all’unisono. 1978 vuol dire la Curva Fiesole, la più bella curva del mondo, senza smentite, senza pubblicità gratuita. 1978 vuol dire essere diffidati, pedinati, braccati solo per aver difeso il proprio amore. 1978 vuol dire solidarietà e ricordo di chi, per la Fiorentina o per la vita, ha subito un dramma o un sopruso. 1978 significa il rispetto e la stima che anche i nemici, quelli veri, quelli leali, quelli che sanno il valore della parola ultras, ci hanno sempre riconosciuto. Nei momenti in cui dominavamo l’Italia e il mondo e quando siamo precipitati nell’Inferno. 1978 significa riconoscere le proprie sconfitte e non celebrare le proprie, innumerevoli vittorie, perché così è
la norma. 1978 significa evitare gli errori commessi e cercare di essere sempre all’altezza di un mito che non vedrà mai la fine. 1978 significa il sacrificio di affetti, donne, svago, ore di sonno, migliaia di quattrini, mesi di libertà. 1978 significa prendere le botte, darle e non arretrare di un metro. 1978 significa che questo pezzo di stoffa va difeso in ogni modo, ad ogni costo, contro chiunque. Avversari o divise blu che siano. 1978 significa che tutti i giocatori che hanno vestito questa gloriosa casacca, dopo ogni gol, dopo ogni trionfo, dopo ogni amarezza, dopo ogni lacrima si voltavano verso di noi sapendo che NOI SIAMO FIRENZE! 1978 sono le lacrime di quelli che ci hanno lasciato contro voglia e che ci porteranno per sempre nel loro cuore, arido, di professionisti del pallone. 1978 significa la goliardia, l’ironia tagliente, lo sberleffo che solo Firenze sa regalare indifferentemente che il momento sia di gioia o di dolorosa sconfitta. 1978 è il boato che si alza irrefrenabile per 90’ e più e sostiene sempre e comunque la sua idea, la sua passione, la sua forza. 1978 è la fede nel cuore ed il coraggio nella lotta. 1978 vuol dire rispetto per chi ci ha sempre dimostrato amicizia e lealtà, i nostri fratelli gemellati ai quali mai volteremo le spalle come tanto di moda va oggigiorno. 1978 vuol dire rispetto per chi ci ha sempre dimostrato odio e lealtà, come i nostri più acerrimi nemici ai quali mai volteremo le spalle nella fuga come tanto di moda oggigiorno. 1978 vuol dire non cedere al fascino di tante infatuazioni e mode passeggere, ma rimanere fedeli a se stessi attraverso gli anni. 1978 vuol dire inventare nuovi modi di fare il tifo e sostenere la squadra, vuol dire essere un modello da imitare, una stella da seguire. 1978 vuol dire lasciare vuota la nostra curva, con la morte nel cuore, pur di veder finire l’osceno spettacolo di chi ci ha trascinato nel baratro. 1978 vuol dire difendere sempre e comunque la nostra città contro chi osa infamarci e deriderci e contro chi crede di poter venire a Firenze a fare i propri comodi. 1978 significa i volti, gli occhi, i sorrisi di migliaia di ragazzi che si sono conosciuti, sono cresciuti, sono diventati uomini, si sono amati, si sono scontrati, si sono abbracciati piangendo per un gol alla Juve o per una retrocessione immeritata. 1978 vuol dire il sorriso di chi non è più con noi, ma che diventata una stella in cielo ci guida ogni domenica da lassù. 1978 significa i bimbi che ora vanno in curva con i genitori e guardando lo striscione con l’Indiano sognano e si innamorano. 1978 significa un gruppo di amici con la viola nel cuore, oltre gli steccati della classe sociale di appartenenza e delle divisioni politiche. 1978 significa aver lasciato la politica, i politicanti e gli arraffoni da stadio fuori dai cancelli della curva Fiesole. Un’unica fede, un unico obbiettivo: la Fiorentina. 1978 significa Barcellona, Londra, Kiev, Spalato, Roma, Milano, Torino, Napoli, il mondo intero messo a tacere. 1978 significa Licata, Palermo, Cosenza, Salerno, Castel di Sangro, Imola o Cesena affrontate con lo stesso orgoglio e con la stessa determinazione sapendo che noi siamo Firenze.1978 vuol dire una fede che non conosce sconfitte ed una dignità, un orgoglio senza compromessi. 1978 vuol dire ribellarsi alle ingiustizie e non piegare mai il capo. 1978 vuol dire non curarsi di nessuno e andare avanti per la nostra strada, contro il Palazzo, contro l’arroganza, contro le ingiustizie. 1978 vuol dire rialzarsi in piedi e ricominciare a lottare, come se fosse sempre la prima volta. Indomiti guerrieri, leoni nel nome di Firenze: “…si innalzi l’effigie dell’Indiano, eterno emblema del Collettivo…1978-2003 ANCORA PIU’ GRANDI, ANCORA PIU’ FIERI! “
GRAZIE A TUTTI VOI CHE CI SIETE SEMPRE, GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE C’ERANO E NON CI SONO PIU’, PER AVER CREATO UN GRANDE MITO: IL COLLETTIVO AUTONOMO
VIOLA 1978.
DEDICATO A TUCANO E TUTTI GLI ALTRI.
Tucano non sorride più in Fiesole. E come lui tanti altri ancora. Tucano se ne è andato in cielo, e come lui tanti altri ancora. Tucano viene sempre in curva con noi. Sullo striscione. E come lui, tanti altri ancora.

